Il Museo dei Brettii e degli Enotri, ospitato nel Complesso monumentale di S. Agostino con il suo bellissimo chiostro, espone una collezione archeologica permanente, ma è anche un importante polo culturale ed ospita mostre temporanee, concerti e incontri istituzionali. In questo luogo, grazie al connubio venutosi a creare fra archeologia, arte e strumenti didattici anche digitali, il visitatore può vivere la cultura in maniera innovativa e piacevole.Tutto, dalla grafica dei pannelli didattici all'illuminazione, è curato in modo da creare un'atmosfera accattivante, ma anche accogliente, dove l'archeologia della Calabria, ma soprattutto quella del territorio di Cosenza, è a disposizione di chi desidera conoscere le antiche radici del territorio.
Le principali collezioni espositive sono costituite da reperti provenienti dagli scavi urbani e da località diverse della provincia, che abbracciano un ampio arco cronologico: dai resti ossei del Paleolitico superiore delle grotte di Cirella all’oinophoros di età romano-imperiale (III sec. d.C.) proveniente da Cosenza.
Il nucleo più rappresentativo è composto dai corredi di una vasta necropoli da Torre Mordillo (Spezzano Albanese), relativa ad un centro di età protostorica prospiciente la piana di Sibari.
Al successivo periodo coloniale greco fanno riferimento altri importanti reperti rinvenuti nel comune di Corigliano Calabro, in località Cozzo Michelicchio e in contrada Caccia di Favella: i primi testimoniano l’esistenza di un edificio con una specifica destinazione sacra, un luogo di culto extra-urbano forse dedicato ad una divinità femminile, che viene considerato tra i più antichi dell’area sibarita; i secondi sono relativi ad una necropoli afferente alla colonia panellenica di Thuri. All’età ellenistica e romana risalgono molti altri reperti provenienti da diverse località della provincia di Cosenza (Corigliano Calabro, Montalto Uffugo, Luzzi, Carolei, Cerchiara di Calabria, ecc.), ma quelli particolarmente significativi sono gli oggetti rinvenuti nella città stessa, l’antica metropoli della Confederazione dei Brettii, eletta tale nel 356 a.C. con il consenso di tutti i confederati (da qui il nome poi latinizzato di Consentia). Proprio al periodo romano della città risale l’ultima acquisizione del Museo, un’elegante stele funeraria ritornata a Cosenza dopo oltre cento anni dal suo ritrovamento nei locali dell’ex Seminario Arcivescovile (attuale Biblioteca Nazionale) che rappresenta il documento epigrafico sicuramente più interessante fra quelli rinvenuti negli scavi urbani.
Al secondo livello del Complesso monumentale è esposta una collezione sulla storia risorgimentale della città e della provincia.
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• Simulazione dello scavo archeologico di tipo tradizionale o virtuale (per ripercorrere le fasi di lavoro dell’archeologo: scavo, documentazione, restauro). • Riconoscimento delle forme e delle...
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