Museo Nazionale Archeologico di Gioia del Colle

Storia del Museo
Ill Museo, istituito nel 1977 con sede nel Castello Normanno Svevo di Gioia del Colle, splendido esempio di architettura federiciana in condizioni ottimali di conservazione e fruizione, si presenta oggi con una veste completamente rinnovata, sia per quanto attiene i reperti in esposizione, sia per gli apparati didattici e illustrativi. Il percorso si sviluppa fra il piano terra e il primo piano del monumento e affronta il tema “Vivere in una città della Puglia antica”. L'esposizione è concepita in più sezioni tematiche: Casa, lavoro, vita quotidiana (Sala 1); Ruoli e funzioni: i bambini, le donne, gli uomini (Sala 2); Ideologia e stile di vita (Sale 3-4-5).

Le Collezioni:

Vasi ceramici e manufatti appartenenti agli antichi Peuceti –VII -III sec. a.C. La collezione archeologica, consiste essenzialmente in vasi recuperati nei corredi tombali scoperti nell’ antico abitato sito in Monte Sannace: numerose grandi olle a decorazione geometrica, brocche, kantharoi decorati con motivi a svastica e semicerchi penduli, ma anche vasi attici, ionici e corinzi, che attestano la presenza di scambi e commerci con genti greche. Fa parte di un gruppo di reperti del VI secolo a. C. lo splendido cratere corinzio, magnificamente decorato, sul quale è raffigurata la scena di combattimento tra Achille e Memnon, rinvenuto sull’acropoli di Monte Sannace durante la campagna di scavo condotta dalla Soprintendenza nel 2002 ed attribuito al Pittore di Memnon.

Orario apertura mese di Febbraio, 2019: 

- aperto da lunedì a sabato, dalle 08.30 alle 19.30;

- domenica, aperto dalle 08..30 alle 19.30;

*Prima domenica del mese (#domenicalmuseo), con ingresso gratuito per tutti, aperto dalle 8.30 alle 19.30;

L'ingresso è consentito fino a 15 minuti prima della chiusura.


Biglietteria - Nova Apulia: 080 3491780 - castello.gioiadelcolle@novaapulia.it




Il Museo è raggiungibile: col treno (dista dalla stazione ferroviaria 1 Km circa); con autolinee pubbliche che hanno fermata in Piazza Plebiscito e in prossimità dell’ospedale, in via San Pio; con mezzi privati, per i quali è presente nelle immediate vicinanze un parcheggio pubblico con posti riservati ad auto di persone con difficoltà motoria.
Visibilità esterna tramite cartelli stradali e segnaletica nella città.

Accessibilità interna e sicurezza
Compatibilmente con le caratteristiche dell’edificio storico, gli spazi destinati al pubblico sono stati adeguati all’accesso dei visitatori disabili con l’abbattimento delle barriere architettoniche: sono presenti l’ascensore su richiesta e servizi igienici dedicati. Le persone disabili sono aiutate nell’accesso e nell’uso degli ausili dal personale di vigilanza, pertanto tutto il museo è visitabile da persone con difficoltà motorie.
Sono individuati e chiaramente indicati i percorsi sicuri di uscita. Sono presenti sistemi di sicurezza per le cose e per le persone.

I compiti e i servizi
Il Museo Archeologico Nazionale è al servizio della collettività aperta al pubblico con lo scopo di raccogliere, studiare, conservare, diffondere la conoscenza. Espone con finalità di studio, didattica e fruibilità le testimonianze archeologiche proveniente dal territorio.

Il Museo garantisce l’apertura quotidiana, compresi sabati, domeniche e festività principali. 
Giornate di chiusura: 1 Gennaio; 1 Maggio; 25 Dicembre.

Sono previste aperture straordinarie.


DOTAZIONI FISSE E SERVIZI ESSENZIALI
-Strumenti di comunicazione primaria: indicazione dei percorsi di visita, identificazione opere.
-Sussidi alla visita: pieghevoli e pubblicazioni a stampa, pannelli illustrativi, posizioni multimediali, visite guidate.
-Sussidi speciali: servizio educativo, biblioteca, fototeca, documentazione, laboratorio di restauro.

Note sulla sede storica del MUSEO:

CASTELLO NORMANNO SVEVO di Gioia del Colle - BA
Il Castello denominato “Normanno - Svevo” è ubicato nel centro storico della Città di Gioia del Colle (BA) tra Piazza dei Martiri del 1799, n. 1 prospiciente Corso Vittorio Emanuele e via R. Siniscalco, precedentemente via delle Torri.
Il monumento è di proprietà del Demanio dello Stato (ramo storico - artistico) dal 1955, fonti d’archivio fanno risalire l’acquisizione da parte del Ministero della Pubblica Istruzione con D.M. 7.9.1955, il quale esercitò il diritto di prelazione a norma della legge 1.6.1939 n. 1089; dal 1977 è sede del Museo Nazionale Archeologico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, dal 2015 la competenza è del Polo Museale della Puglia, con sede a Bari.
Il maniero, dal punto di vista architettonico, è un interessante esempio di opera fortificata del periodo federiciano in Puglia. La costruzione inizialmente pensata per la difesa della Città ed il controllo del territorio, posta a 360 metri sul livello del mare, è a metà strada tra i due centri urbani maggiori della Regione “Bari - Taranto”; presenta negli elementi architettonici ed artistici i tre tempi più importanti delle fasi costruttive: bizantino, normanno e svevo.
La prima costruzione “Castron” (borgo fortificato), di origine bizantina risale, al IX secolo ed è essenzialmente costituita da un recinto fortificato o castello rifugio per gli abitanti del borgo di Joha.
A partire dalla metà del secolo XI con la conquista normanna si hanno notevoli cambiamenti riguardo ai sistemi difensivi che divennero, successivamente, importanti strumenti per il controllo delle popolazioni locali; fu incrementata una interessante rete di fortificazioni omogenea su tutto il territorio con la realizzazione di dieci castelli come linea di collegamento: Canosa - Bari – Gioia del Colle con funzioni di controllo.
Dal XI al XII secolo per la costruzione dei castelli fu adottato il modello del “castrum romano”; infatti l’impianto presenta una pianta quadrangolare con torri collegate tra loro da edifici più bassi, per uso militare, collocati in aree periferiche rispetto all’abitato al fine di poter esercitare il controllo.
Nel XII secolo l’antico impianto del Castello di Gioia subì le prime trasformazioni per volontà del Feudatario Riccardo d’Altavilla, detto il Siniscalco, fratello di Roberto il Guiscardo che, sulla preesistente struttura bizantina “vecchia fortificazione”, fece edificare, ampliandola, la residenza feudale. La nuova fabbrica del castello presentava un estensione del cortile, recinto da un solido muro collegato ad un mastio a pianta quadrata, oggi Torre de’ Rossi visibile sul lato Sud-Ovest, che si elevava alta ad emblema del potere signorile normanno.
Da fonti storiche si evince che il Castello di Gioia del Colle ebbe una successiva riedificazione nell’anno 1230 per volere dell’Imperatore Federico II di Svevia, nipote di Federico il Barbarossa, figlio di Enrico VI Hoenstaufen e Costanza d’Altavilla.
Federico II nel 1229 al rientro dalla sesta crociata in Terra Santa, sbarcò in Puglia nel porto di Brindisi e inserì, allora, la ricostruzione del Castello di Gioia in un programma edilizio che prevedeva la costruzione (34 nuovi castelli e 18 su castelli preesistenti) dei più importanti castelli di Puglia: Castel del Monte di Andria, Castello di Trani, Castello di Bari, Castello di Barletta, Castello di Sannicandro, Castello di Gravina, Castello di Monte Sant’Angelo, Castello di Vieste ed il Castello di Oria.
Il Castello Normanno–Svevo di Gioia annovera vari proprietari nel tempo, dopo gli Svevi dal 1266 al 1463 il possesso passò ai principi di Taranto, dal 1463 al 1575 ai Conti di Conversano e dal 1575 al 1806 ai Principi di Acquaviva.
La struttura architettonica dell’edificio ha subito negli ultimi secoli un uso improprio, a causa del cambio repentino dei proprietari e, solo all’inizio del 1900 vi fu un primo intervento di restauro a seguito del degrado in cui riversava.
L’architetto Angelo Pantaleo dal 1907 al 1909 eseguì un interessante intervento di demolizione che riguardò tutte quelle opere murarie realizzate in età moderna e tentò, ulteriormente, con il suo genio, di riportare agli antichi splendori sia la struttura architettonica del Castello, sia gli elementi decorativi, riscoperti murati e di notevole interesse storico- artistico.
Si deve, infatti, al Pantaleo la realizzazione con materiale di recupero della scala monumentale e del parapetto decorato con riquadri a bassorilievo, con motivi geometrici, figure di animali e scene di caccia oltre alla realizzazione della trifora del piano superiore interamente ricostruita con i materiali recuperati a seguito dello smantellamento delle quattro scale costruite in età moderna, che erano a vista sia sul lato Nord, sia sul lato Sud. A lui si deve soprattutto la scoperta delle bifore murate, quella a destra e quella a sinistra della fantastica trifora, che si ammirano lungo la parete del lato Sud con affaccio sul cortile e le altre due sulla cortina Sud in via R. Siniscalco; inoltre, sempre il Pantaleo, contribuì alla realizzazione di alcune monofore-feritoie e alla realizzazione del tanto discusso trono imperiale, ricomposto, in pietra scolpita e di gusto arabo.
A partire dal 1969 al 1974 seguirà, invece, un intervento di restauro molto più significativo a cura dell’architetto R. De Vita, volto al risanamento dell’intera struttura architettonica ed al recupero del Monumento destinato successivamente a sede del Museo Nazionale Archeologico.
Il Castello Normanno-Svevo si sviluppa su una superficie quasi trapezoidale, munito di corte interna; presenta un piano seminterrato sul lato Est, un piano terra ed un piano superiore. In origine presentava quattro torri angolari e relative cortine con cortile interno. Attualmente si possono ammirare soltanto le torri poste alle due estremità della cortina Sud, denominate, a destra “Torre Imperatrice” sicuramente federiciana, alta 24 metri ed a sinistra “Torre De Rossi”, quest’ultima di 28 metri che si fa risalire al periodo normanno.
Dall’esterno le torri e le cortine murarie sono caratterizzate da un compatto rivestimento di bugne rosse e bianche a bauletto dal quale traspare il tipo di materiale impiegato per la costruzione: la pietra calcarea ed il carparo.
Sui due portali, in alto, sono visibili i piombatoi o caditoie. Fonti storiche, riguardo alla terrazza scrivono: “…la terrazza era lastricata originariamente in opus spinatum, e le acque pluviali erano smaltite all’esterno per mezzo di canali alla cui estremità era scolpita qualche testa di mostro…”. Le finestre delle torri sono di varie forme geometriche: rotonde, rettangolari, poligonali, ad arco lunato ed a mitra. Sulla parete Sud della “Torre Imperatrice” vi è anche un elegantissimo rosone composto da ventidue lati che all’interno del vano si trasforma in dodici archetti bilunati.
Si accede al cortile interno mediante il portale archilunato a bugne, posto sulla cortina occidentale, su Piazza dei Martiri, dopo aver superato l’androne, caratterizzato da un primo arco ogivale in pietra, sostenuto da due capitelli romanici attribuiti agli scultori Mele da Stigliano e Finarro da Canosa (autori delle sculture del portico del castello di Bari) e da un secondo arco, in stile gotico, impreziosito da una finissima dentellatura a punta di diamante.
Dall’interno dell’androne si accede, attraverso l’ ingresso munito di arco acuto, al vano posto a sinistra; sede del Corpo di guardia del Museo Archeologico. Sempre dall’androne, proseguendo, si entra nel cortile dove si trovano le entrate, dotate di arco lunato, dalle quali si accede alle sale espositive del museo (Sala 1 e Sala 2). Da una interessante piattabanda orizzontale di gusto orientale si entra, invece, nel piccolo androne che segna l’ingresso secondario al castello, posto al centro della cortina Sud, con affaccio su via R. Siniscalco. Dall’interno del piccolo androne, si accede nella Sala del Forno, utilizzata attualmente per le esposizioni permanenti; questo vano presenta una particolare caratteristica architettonica all’angolo Nord-Ovest; infatti alla base della torre, è stato ricavato il forno, smussando ad unghia l’angolo alla base della torre; continuando a destra vi è una piccola scala con la quale si scende nell’ambiente sotterraneo denominato: “La prigione”. Qui una triste leggenda narra dell’infedeltà verso l’Imperatore e della successiva morte della Principessa Bianca Lancia, o Lanza o ancora Beatrice Lancia (Agliano Terme, 1210- Gioia del Colle, 1246) madre di Manfredi di Sicilia (1232-1266).
Sul lato Sud-Est sono, sempre al piano terra, l’ingresso del laboratorio di restauro del Museo Archeologico e, poi, gli altri tre accessi per gli ambienti adibiti a magazzino, tutti sovrastati dall’arco lunato; a Nord-Est si trova il portone del vano scala munito di ascensore, che permette di raggiungere il piano superiore dove vi sono le sale del museo in allestimento e gli uffici.
Lungo il lato Nord del cortile si trova la porta per accedere alla Biglietteria-Bookshop e alla Caffetteria. Continuando, poi, sul lato Ovest, posta quasi al centro, è la scala monumentale che collega il piano terra con il piano superiore dove si trovano: la Sala del Trono, la Sala De Rossi, le Sale dei camini e la Torre Imperatrice.
Merita una particolare attenzione la porta ampiamente archilunata posta sul lato Sud-Ovest, al piano terra, perchè nella chiave presenta scolpiti a rilievo, quattro scudi infilzati ad una lancia. L’ Haseloff sostiene che, su ognuno, vi fosse scolpito lo stemma della Casa d’Aragona.
Per quanto sopra, l’immobile descritto nel suo insieme costituisce un esempio architettonico di particolare bellezza, il suo decoro rimanda alla storia dell’architettura “Bizantina-Normanna – Federiciana” e diviene simbolo della Città e della via ove è posto.
Il Funzionario Storico dell’arte Direttore 
Dott.ssa Teresa Follino
Bibliografia
De Vita R., Castelli, torri ed opere fortificate di Puglia, Bari 1974;
Donvito A., Il Castello di Gioia del Colle nella storia, nella leggenda e nell’arte, Fasano 1984;
Don Ferrante, I castelli di Terrai Bari: Gioia del Colle, in “Napoli Nobilissima”, Serie I, Volume VII, 1898, pp. 193-195
Federico II Immagine e potere, catalogo della mostra (Bari 1994), a cura di M.S. Calò Mariani e R. Cassano, Venezia 1995;
Gelao C., Jacobitti G., Castelli e Cattedrali di Puglia – A cent’anni dall’Esposizione Nazionale di Puglia, catalogo della mostra (Bari, Castello Svevo 13 luglio – 31 ottobre 1999), Bari 1999;
Licinio R., Castelli medievali. Puglia e Basilicata dai Normanni a Federico II e Carlo d’Angiò, Bari 1994;
Licinio R., Federico II e gli impianti castellari, in Federico II e l’Italia. Percorsi, Luoghi, Segni e Strumenti, catalogo della mostra (Roma 1995-1996) a cura di C.D. Fonseca, Roma 1995;
Kantorowicz E, Federico II Imperatore, Milano 1988;
Mola S., Gioia del Colle, in Itinerari federiciani in Puglia – Viaggio nei castelli e nelle dimore di Federico II di Svevia, Bari 1997, pp. 82-87;
Mola S., Puglia. I castelli, Bari 2005;
Pantaleo A., Relazione, manoscritta, illustrata con foto prima e durante i lavori di restauro del Castello Normanno-Svevo, Gioia del Colle 1907-1909.

Visita il MUSEO-CASTELLO a Gioia del Colle
Museo Nazionale Archeologico di Gioia del Colle-BA
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Tel 080 3481305

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